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Il prossimo avversario: il Pineto

La città: Pineto è un comune di 14.967 abitanti della provincia di Teramo in Abruzzo. Nota stazione balneare per la qualità delle sue acque, è stata più volte insignita della Bandiera Blu. Pineto deve il suo nome alla rigogliosa pineta a ridosso del mare fatta piantare agli inizi del Novecento dalla famiglia Filiani di Atri su suolo demaniale ottenuto in concessione.

La squadra: confermati diversi artefici della promozione dello scorso anno, nella rosa sono stati inseriti elementi di categoria e, nel mercato di riparazione invernale, sono arrivati giocatori di qualità assoluta. Il ruolo di numero uno se lo sono alternati i ragazzi del 1998 Gianluca Parente (dalla primavera del Pescara) e Federico Mazzocchetti (titolare nella finale play off dell’anno precedente). In difesa,  salutato dopo solo nove partite l’ex Ascoli Vittorio Micolucci, spicca Roberto Stacchiotti che ha realizzato già 3 reti. Notizia degli ultimi minuti l’ingaggio dell’ex giocatore della Nocerina, de L’Aquila e Campione d’Italia con la Viterbese lo scorso anno, Marco Pomante. A centrocampo confermati Gaetano Logoluso e Giuseppe Rachini, sono arrivayi giocatori di qualità come Marco Ciarcelluti (ex Primavera Ascoli), Francesco Esposito dal Matelica, Albino Fazio dal Melfi e Marco Mariani dalla Fermana. tante le bocche di fuoco davanti: rimasti Andrea Antenucci e l’ex Samb Cristian Cacciatore, sono arrivati Mauro Ragatzu (sette reti lo scorso anno a Jesi) e da appena una settimana Roberto Palumbo dal Gravina, già in gol all’esordio contro il Chieti.

 

La Storia (testo Enrico Romanelli):

Nel 1950 nasce ufficialmente la società POPI, Polisportiva Pinetese.
Le prime maglie erano verdi con banda bianca sul petto. Le seconde erano di colore azzurro con scudetto raffigurante un pino dipinto ad olio. Dopo l’affiliazione, la nuova società continuò l’attività amatoriale anche nell’annata sportiva 1950-51. Ci fu una serie interminabile di partite amichevoli soprattutto con formazioni di Pescara. Contro il pastificio De Cecco ci fu una vittoria del Pineto per 4 a 2 il 26 marzo 1950. Il giorno di Pasqua, poi, fu molto importante la partita con ii Florio. Vinse il Pineto per 3 a 2 con doppietta del giovanissimo e promettente Francesco Rapini. Molto sentite erano anche le partite con ii Silvi che, nel frattempo, con la passione di Ughetto Di Febo aveva allestito una squadra ben attrezzata.

Nel 1951-52 iniziò l’attività ufficiale della “Popi Pineto” con l’iscrizione al campionato di 2a divisione. Le sei squadre partecipanti erano: Atessa, Francavilla, Guardiagrele, Montorio, Pineto e Scerni di Chieti. La prima squadra ufficiale pinetese fu la seguente: Parisciani, De Santis, Osvaldo Assogna, Cirilli, Franco Brocco, Petricca, Tomei, Davide Assogna, Rapini, Di Gregorio, Pavone. Allenatore era Ughetto Di Febo, capitano Osvaldo Assogna, capocannoniere Francesco Rapini con 13 reti.
Al termine del primo campionato vittorioso, ci fu uno spareggio tra le vincenti dei 2 gironi (Pineto e Raiano) per la conquista della super-coppa d’Abruzzo, senza pregiudicare l’ammissione alla 1a divisione. A Raiano vinsero i locali per 4-1, ma a Pineto le sorti si capovolsero e vinsero i locali di capitan Osvaldo per 4-0. Poichè il gol di trasferta ancora non valeva doppio, fu necessaria una bella in campo neutro. Si disputò a Chieti dove vinse il Raiano per 2-1, ma ii Pineto fu costretto a giocare in 9, fin dai primi minuti di gioco, per la duplice espulsione di Petricca e Cirilli.
Il successivo campionato di 1a divisione del 52/53 fu un autentico capolavoro. Le squadre partecipanti erano: Atessa, Casoli di Chieti, Fiamma Pescara, Guardiagrele, Montorio, Pineto, S.Egidio, Vasto.

Nell’anno 1953-54 Pineto si affacciò per la prima volta alla ribalta del calcio regionale, disputando il primo campionato di promozione che dava diritto alla squadra vincente di accedere direttamente nel calcio professionistico.
Fu una disfatta e iniziò una profonda crisi del calcio pinetese che durò fino al 1961 per oltre sei anni, facendo perdere, purtroppo, per mancanza di attività ufficiale l’anzianità calcistica risalente al 1950.

Dopo l’infelice e traumatico campionato di promozione del 1953-54, il calcio pinetese entrò in crisi e per sei lunghissimi anni non si ebbe nessuna attività ufficiale. Parecchi studenti sfogavano la passione calcistica militando in squadre dei paesi limitrofi. Agli inizi degli anni sessanta, gil studenti nati durante e dopo la guerra, sulla tradizione dei loro predecessori, allestirono una squadra strapaesana con la quale partecipavano a diversi tornei estivi, un fenomeno assai diffuso in quel tempo con larga partecipazione di pubblico. Parecchie vittorie ottenute in quei tornei riaccesero l’entusiasmo per il calcio e in paese si ricominciò a lavorare per ricostituire la società. Dopo un ennesimo torneo vinto ad Atri nell’estate del 1962, nel mese di settembre si mobilitarono in parecchi per far rinascere l’A.S. Pineto. Nel ‘70-71 fu ammesso meritatamente alla prima categoria per il terzo posto conquistato in quello precedente (furono ammesse le prime cinque) con alla guida tecnica il binomlo locale Brocco-Corneli.

Tra il 1973-78 il Pineto riuscì a costruirsi una solida fama calcistica nel settore dilettantistico abruzzese, divenendo sede ambita per diversi giocatori dell’Abruzzo. Venne assunto un bravo allenatore nella persona di Mario Ghinazzi, un aretino vissuto a San Benedetto, ex mezzala della Sambenedettese, che lasciò a Pineto un’impronta. Pretese che sul terreno di gioco del vecchio “Druda” si mettesse la pozzolana per assorbire Ia pioggia ed evitare lo strato sabbioso. Fece acquistare poi un piccolo, grande giocatore, Augusto Feliziani, che insieme all’oriundo italo-argentino Aldo Ammazzalorso, formò una terribile coppia di goleador, veri castigamatti delle difese avversarie. Nella 1a categoria del ‘74-75, la squadra vinse un campionato memorabile con 28 partite utili consecutive, distanziando la seconda classificata (Guardiagrele) di ben 11 punti. Tutta la squadra insieme a Ghinazzi fu eccezionale, tanto che il record dell’imbattibilità di 28 giornate, stabilito per ii settore dilettanti e che ancora resiste, valse al Pineto una breve apparizione alla trasmissione televisiva sportiva Dribbling, condotta da Nando Martellini e in onda il sabato sera sulla rete due.

Nel 1976, sulle ali dell’entusiasmo per il campionato vinto con il record dell’imbattibilità, si ultimò la costruzione del nuovo stadio Santamaria, dedicato alla vicina frazione e al famoso calciatore spagnolo della nazionale.  Fu un campionato di transizione ed anche strano in quanto a sorpresa non si potè riconfermare Ghinazzi, il protagonista dell’imbattibilità dell’anno prima, per sua rinuncia. Al suo posto arrivò Abramo Pagani (consigliato dallo stesso Ghinazzi), un ascolano con un buon passato da calciatore (Pescara, Brindisi, Ascoli, Sambenedettese) formatosi, come allenatore, alla scuola di Carletto Mazzone. Guidò la squadra al terzo posto, giocando anche nel ruolo di libero, ma il suo carattere forte ed a volte anche difficile (un suo famoso gesto osceno verso il pubblico di casa non gil fu mai perdonato) ne pregiudicò la riconferma. L’anno dopo (76-77) tornò Ghinazzi, sempre molto stimato nell’ambiente calcistico pinetese.. Questa volta, però, il vecchio mister non ce la fece a ripetere i brillanti risultati ottenuti anni prima e, dopo solo nove partite, fu esonerato e la squadra venne affidata al rosetano Gigino Brandimarte. Ma il suo debutto fu nero con secca sconfitta a Raiano per 3-0. Dopo, però, infilò una serie incredibile di venti partite utili con dieci vittorie consecutive, portando ii Pineto per la prima volta nel settore dei semipro dell’allora serie D.

Un piccolo paese, al disotto dei diecimila abitanti, si affacciò alla ribalta del calcio semiprofessionista, al fianco di grosse città con una più robusta tradizione calcistica. Il Pineto fu inserito nel girone D pugliese-lucano insieme alle altre tre abruzzesi: Francavilla, Lanciano e Rosetana. C’erano inoltre: Andria, Bisceglie, Fasano, Gallipoli, Lavello, Manfredonia, Martina Franca, Melfi, Mola, Monopoli, Nardò, Potenza, Squinzano e Virtus Casarano. Fu un campionato sfortunato che si concluse con una immediata retrocessione per un solo gol nella differenza reti a vantaggio del Nardò. Retrocedettero nei dilettanti anche Virtus Casarano e Manfredonia mentre l’Andria fu radiata per una selvaggia aggressione dei propri tifosi all’arbitro. Salirono in C2 Gallipoli, Lanciano, Potenza e Monopoli.

Nell’82-83 ci fu l’apoteosi. Era l’anno del mundial di Spagna e i dirigenti del Pineto tornarono entusiasti dalle imprese spagnole degli azzurri. E dopo quella scorpacciata di vittorie “mundial”, scommisero tra di loro che anche Pineto avrebbe vinto il campionato. Venne richiamato Pagani e potenziato l’organico. Ma dopo cinque partite deludenti, fu sostituito da Francesco Oddo che operò una rimonta sensazionale nel girone di ritorno, dopo quello di andata condotto a fasi alterne. In 15 gare conquistò 28 dei 30 punti disponibili e concludendo a pari merito con il Guardiagrele, superato poi nettamente nella gara di spareggio a Francavilla per 4-2 (reti di Feliziani, Perticarà (2), Giampaolo). Alla fine della partita ci fu una sparatoria senza conseguenze con l’arresto di alcuni tifosi del Guardiagrele che danneggiarono anche diverse autovetture dei pinetesi al seguito. Oltre duemila tifosi del Pineto si recarono a Francavilla. La difesa stabilì un record con 10 reti subite (a parte le due dello spareggio), mostrandosi di gran lunga la più ermetica del torneo, la migliore in assoluto in Italia.

La fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 sono caratterizzati da campionati di buon livello tutti nel raggruppameto Interregionale. Esaltante e forse anche inattesa la cavalcata che nella stagione 1994/95 riporta il Pineto di gran carriera nel campionato di Interregionale, dopo che l’anno prima aveva visto una mesta retrocessione far piombare in Eccellenza una squadra con valori ancora di assoluto rilievo. Gli anni precedenti erano stati caratterizzati da buone salvezze e contemporanea valorizzazione del vivaio locale. La squadra che riparte nel 94-95 è per la stragrande maggior parte confermata rispetto all’anno prima e quindi molto attrezzata per il pronto riscatto in una categoria inferiore. Il rivale più accreditato e blasonato era il Lanciano di mister Anzivino che fu tenuto sempre a debita distanza, ma che la fortuna volle ripescato anch’esso come seconda per il campionato di categoria superiore. I due campionati a venire furono ancora caratterizzati da campionati di buon livello sempre in Interregionale, dopo i quali giunse una nuova retrocessione. La beffa più grande della storia recente del Pineto si consuma però nella stagione 1997/98 al termine della quale la compagine biancazzurra retrocederà nel campionato di Promozione pur avendo terminato il campionato al quintultimo posto. Gli anni successivi sono caratterizzati da alti e bassi che portano anche al ripescaggio dalla retrocessione dal campionato di Promozione, ma fortunatamente il peggio è passato e con l’arriva di Norscia sulla panchine biancazzurra inizia a  la risalita fino all’annata record che riporta in Eccellenza uno straordinario Pineto. E’ la stagione 2007/2008 ed è record di punti 84 (in un campionato a 18 squadre), con 49 gol fatti e solo 9 subiti.

La stagione 2015/16 doveva segnare la svolta, nei campionati precedenti pur ben figurando la squadra non era mai riuscita nemmeno ad entrare nella zona play-off e le soddisfazioni più grandi erano arrivate “solo” dalla conquista della Coppa Disciplina, per ben 6 volte ottenuta dalla nostra società. Il Presidente Silvio Brocco decide di partire dal passato, conferendo l’incarico di Direttore Sportivo a Roberto Giammarino, mitico capitano del Pineto in serie D per più di 10 anni oltre che della risalita dall’Eccellenza con mister Natale nella stagione 94/95. Il mitico Giamma decide per la panchina di affidarsi a mister Giuseppe Donatelli, autore di una buona carriera tra i professionisti e con ottime soddisfazioni anche in panchina, non ultima la storica promozione in CND con il Miglianico. La squadra è molto forte, vengono confermati Assogna G., Stacchiotti, Cacciatore, Maloku, Vespa, Rachini, Ferretti e viene aggregato il giovane portiere Mazzocchetti (classe 1998) che si rivelerà grande protagonista. Allo stesso modo arrivano in biancazzurro calciatori in grado di fare la differenza in Eccellenza: Fruci, Francia, Cattenari, Scartozzi, Orta, Ndiaye, (Antenucci arriverà con Logoluso nel mercato di riparazione). Il Pineto non parte male, ma se da una parte offre prestazioni convincenti, dall’altra subisce dei passaggi a vuoto che la fa scivolare dalle primissime posizioni. Come un fulmine a ciel sereno a fine maggio arrivano le dimissioni di mister Donatelli, i suoi sono problemi di salute con i quali è difficile rendere compatibile l’attività di allenatore, così arriva la decisione della società di sostituirlo e dopo aver vagliato vari nomi si opta per la decisione più impensabile o forse la più logica possibile, in ogni caso il nome è altisonante: Aldo Ammazzalorso. Bandiera da giocatore e da allenatore, tanti anni prima, il mister prende la squadra per mano e cerca di ricreare serenità ed equilibrio all’interno dello spogliatoio. Non mancano le battute d’arresto, ma la marcia giusta è innestata. Tra alti e bassi il Pineto aggancia la zona dei play-off per 1 punto e la coinserva fino al termine della stagione.

Nella finale nazionale l’avversario è  il Subasio (Assisi) che nel turno precedente con 2 pareggi ha eliminato il Rolo. Il tabellino della gara:

Pineto: Mazzocchetti, Maloku, Assogna, Scartozzi, Stacchiotti, Fruci, Colleluori (dal 1′ s.t. Di Donato), Logoluso, Antenucci (dal 5′ s.t. Ndiaye), Cacciatore, Vespa (dal 43 ‘ s.t. Orta). A disposizione: Mariani, Ferretti, Antonini, Lahbi. Allenatore: Ammazzalorso.

Subasio: Rossi, Fagotti, Bolletta, Bernicchi, Cenerini, Baronci (dal 28′ s.t. Isotti), Petterini, Gramaccia, Porricelli, Bevilacqua, Ameti (dal 15′ p.t. Justufi e dal 21′ s.t. Bellomo). A disposizione: Fasci, Loreti, Cavallucci, Martino. Allenatore: Cocciari

Arbitro: Morabito di Tauriannova.

Reti: 2′ s.t. Porricelli, 21′ s.t. (p) e 28′ s.t. Ndiaye.

Ammoniti: Scartozzi, Ndiaye, Fruci (P); Porricelli, Baronci (S).

Note: Spettatori 700.

 

 

 

 

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