ULTIME NOTIZIE

SALVEZZA!!!!

A fine luglio, al raduno della squadra, l’incertezza era tanta: la società stava lottando contro il tempo per l’iscrizione, sul campo tanti volti giovani e nuovi. Si stava ripartendo con tanti dubbi ma con alcuni solidi punti fissi.

La testardaggine di persone come il Direttore Generale Francesco Castelli che, mentre tutto sembrava andare per il verso sbagliato, ha lottato giorno e notte per non far finire quel sogno chiamato Monticelli; la disponibilità di persone come Giovanni Minollini e Mimmo Pedalino: presenze costanti e rassicuranti nella storia della squadra e del quartiere stesso; la competenza e la passione di mister Nico Stallone, del prof. Mauro iachini e di Francesco Terrani; il carisma e la forza del simbolo di questa squadra, il capitano Mauro Sosi, il primo ad accettare di continuare a lottare per questa maglia.

Il giorno del raduno, ad una prima occhiata, sembrava esserci poco in mezzo a quel campo ma si sottovalutava la forza umana, la determinazione, la voglia di fare bene di questi punti fissi, di queste colonne del Monticelli.

Ma se il sogno è potuto andare avanti è stato grazie al fondamentale ritorno di Piero Palatroni. Il nuovo presidente si è fatto carico della società, portando in dote entusiasmo e programmazione. Con lui il Monticelli ha ripreso a correre con l’idea di fare cose ancora più grandi. Il progetto del nuovo campo è per il quartiere, ma per tutta la città, una struttura importante per far crescere ancora questa società che rappresenta per molti un esempio di correttezza, programmazione e serietà. Un luogo dove i ragazzi del quartiere possono continuare a trovare sostegno, un luogo di socializzazione in una zona della città dove c’è tra poco e niente.

Chi non ha vissuto in pieno questi mesi al campo o seguendo le sorti della squadra non ha però ancora ben chiara la portata di questa impresa, di questo miracolo sportivo: la squadra con uno dei budget più bassi per i rimborsi dei giocatori, un gruppo di ragazzi proveniente quasi totalmente da Ascoli e la sua provincia, una squadra che non ha avuto un campo in cui giocare le gare casalinghe e che ha girovagato per tutta la regione e oltre, un gruppo di uomini che ha dovuto lottare con la paura e lo stress derivati dai terribili avvenimenti che hanno sconvolto le nostre zone. 

“Chi non è nato e non è cresciuto in questo quartiere non può capire quello che stiamo vivendo”. Con queste parole lo storico segretario del Monticelli, Enrico Romandini, descriveva l’emozione di vedere i “suoi” ragazzi giocare per la prima volta al Del Duca per i playoff dell’Eccellenza nel 2015. Mi ritornano in mente queste parole perchè solo chi sa da dove siamo partiti, ha più chiare le dimensioni di quello che questa società e questi splendidi ragazzi hanno fatto negli ultimi anni. Non hanno solo portato il Monticelli in D, e hanno conquistato due storiche salvezze. No…  Sono riusciti a ridare dignità a un quartiere troppo spesso dimenticato, sono riusciti a far parlare di Monticelli e del Monticelli come esempio di qualcosa di buono, hanno avuto il merito di unire ancora di più una comunità che è cresciuta sotto questi palazzi.

Chi sa da dove si è partiti in questa stagione, chi era presente al raduno a fine luglio sa dare il giusto valore all’impresa di questa stagione. Ma chi era presente quel giorno aveva la certezza che ognuno di quei punti fissi, ognuna di quelle persone avrebbe dato tutto per continuare a scrivere pagine di storia importanti; ognuno avrebbe lottato per il Monticelli. Io quel giorno c’ero e guardando negli occhi quelle persone ho avuto la certezza che anche quest’anno sarebbe stato indimenticabile.

La scorsa stagione, nel momento decisivo, prendemmo spunto dal film “Ogni maledetta domenica” per spronare tutti a raggiungere l’obiettivo prefissato. “In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro”. Lo sport, ma la vita in generale, è una questione di centimetri necessari per raggiungere gli obiettivi che si siamo posti, centimetri da difendere e da conquistare. “….sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei”. Quest’anno ognuno ha lottato per quel centimetro: lo hanno fatto la dirigenza, lo staff, i ragazzi… TUTTI.
In queste ultime partite la squadra continuerà a lottare per arrivare il più in alto possibile. Lo farà perchè è nel suo DNA, è nel DNA del mister e di un gruppo di ragazzi fantastici.

Il prossimo anno saremo ancora in D, con un campo di Serie D nel nostro quartiere. Un fattore in più, un punto fisso in più!

Leave a Reply