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Da promessa del calcio alla BCE. Alla scoperta di Armando Marozzi.

Si è presentato subito con un gol nell’amichevole contro il Villa Mattoni all’esordio dopo il ritorno a Monticelli; Armando Marozzi, l’ultimo arrivato alla corte di Settembri, si candida subito a diventare il nuovo bomber che mancava a Monticelli da tempo. Ma al classe ‘91 il calcio non ha sempre sorriso come ha fatto invece la vita negli ultimi anni.

“La mia carriera calcistica è iniziata da giovanissimo nel settore giovanile dell’Ascoli – dice Marozzi -. A quindici anni avevo fatto già il mio esordio in Primavera e ben presto è arrivata la convocazione nella squadra Nazionale Under 16. Erano anni bellissimi: con Mattia Destro eravamo una delle coppie d’attacco più promettenti di quegli anni. Poi qualcosa cambiò. Con vari cambi dirigenziali e con l’esonero di Massimiliano Favo, trovai sempre meno spazio in squadra e alla fine mi ritrovai fuori rosa quasi senza accorgermene. Da lì iniziò il mio girovagare per l’Italia. Ero arrivato a un passo dal trasferirmi al Palermo, poi l’Ascoli non mi svincolò e non se ne fece più nulla. Trovai un posto nella Sangiustese in C2. Anche lì non andò bene: la società fallì e fui costretto a trovarmi un’altra squadra. Il Campobasso, sempre in C2, sembrava una buona sistemazione: giocavo con continuità e mi sentivo bene. Durò poco anche lì: dopo l’esonero del mister il nuovo arrivato non vedeva i giovani come elementi su cui puntare e mi ritrovai nuovamente fuori rosa. In questo momento ho iniziato a pensare che forse il calcio non era il mio mondo, che non era destino che io facessi il calciatore per mestiere. Ma per mio carattere non mi sono mai abbattuto e ho trovato sempre la forza per andare avanti.

Quando ancora giocavo iniziai gli studi in Filosofia all’Università di Macerata. Fortunatamente sono riuscito a portare avanti entrambe le cose grazie anche a professori che sono stati sempre disposti a venire incontro ai miei impegni. Andando avanti con gli studi mi sono focalizzato sul pensiero economico e politico e cinque anni fa mi sono trasferito a Londra per frequentare un dottorato alla London School of Economics and Political Science. Nel periodo in cui ero alla Goldman Sachs, ho saputo dell’opportunità di frequentare un tirocinio alla BCE. Dopo vari colloqui sono riuscito a superare tutte le fasi delle selezioni aggiudicandomi il posto. Inizierò a collaborare con un team di economisti che è a supporto del consiglio direttivo per statistiche macroeconomiche. Grande soddisfazione per me essere arrivato fino a questo punto. Diciamo che la vita mi ha dato quelle soddisfazioni e riconoscimenti che il calcio non mi ha saputo dare.

Ora il Covid ha stravolto le nostre vite. Da Francoforte ci hanno fatto rientrare a casa lavorando da remoto per lo meno fino a fine anno. Quando è arrivata la chiamata del ds ero in Ascoli; accettare la proposta di rimettermi in gioco è stato facile. Monticelli per me è una grande famiglia, mi sono sentito sempre a casa; conoscevo già l’ambiente e il presidente perché ho giocato qui nel 2013-14 quando vincemmo il campionato di Promozione. Fin da subito ho trovato un ambiente molto motivato e che parla di calcio; il mister mi ha messo subito a mio agio dandomi fiducia. Spero di ripagare questa fiducia a suon di gol e dando una mano alla crescita sportiva dei tanti giovani promettenti della rosa. Tutto l’ambiente è compatto e deciso a remare dalla stessa parte. Dobbiamo restare concentrati e non perdere mai di vista il nostro obiettivo che è la salvezza. Tutto quello che verrà sarà ben accetto. Da parte mia posso assicurare ai tifosi che darò il centro per cento lottando fino all’ultimo per questa squadra. Forza Monticelli!”

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